
heimat sehnsucht

heimat sehnsucht
C’è bisogno di aggiungere altro?

Se ti sei sempre chiesto come fosse la bocca di Boccaccio, questa è la risposta.
Scattai personalmente questa istantanea dell’umanista mentre era immerso nella scrittura del suo noto romanzo psicologico “Elegia di Madonna Fiammetta”.
Evidenti sono gli influssi stilnovistici.
C’è odor di fogna nel mio cuore.
Un nitrito lento di
> > > > > > dieci. In fretta, spogli a
> > > > > > piacimento, come una
> > > > > noncurante, li guardi e ti
> > > > > incanti noncurante della loro
> > > > > rinnovata assenza. Hai detto
> > > > > che le scapole volano
> > > > > che talpe ti scavano cunicoli
> > > > > che non volevi essere vista
> > > > così, come se le tue braccia
> > > > fossero
> > > > di nuda terra
> > > > di muta forma
> > > > di aliti caldi e
> > > dieci lamenti. Stanno sotto
> > > i tavoli caldi,
> > > i sapienti,
> > > le strisce salmastre del
> > > trepido pelo sul viso
> > segnato dal tempo
> > che
> > corre sulle narici
> > della strana bestia
> a terra, nuda – la tua
> lussuria, unica
> radiosa
> canna da zucchero
> luccicante
> la tua fronte
> inasprita dal tempo.
> È ora : anche adesso
> Le fronde scuotono
> alberi ritagliati
> in una foglia
> sbattuta sui cigli della
> strada nella tua bocca.
> Taci – ma ovunque dicono
> che è arrivata l’ora più chiara
> nelle tue labbra da zucchero
> e vapore che ci lascia
> sbandare sulle scie da
> lidi lontani e
perduti. Le tue braccia
sono remi, spingono
le tue reni verso
la tua lingua, fai un verso
per me, divertente,
ma piangi
nel grande pozzo
senza capo nè coda
nel mezzo dell’oscurità.
scritto e estrapolato a dodici raggi kabuki da (b)ananartista e Bianca Brecce.
notami
annotami
annodami
denudami
denotami
nominami
dominami.

“È tramontato l’oro dei giorni,
i bruni e gli azzurri colori della sera:
sono morti i dolci flauti del pastore
i bruni e gli azzurri colori della sera
è tramontato l’oro dei giorni.”
sul pavimento
luccicano i
fiori di
oleandro.
le trame dei
piccoli insetti
che camminano
hanno arso e stinto
i colori.
le loro scie
ardono odori d’oro
sul selciato.



Sono stato alla Casa della Cultura e colto da ispirazione ho creato questo corpus di opere interamente dedicato a Fulvio Papi ed al suo nuovo libro “Dalla parte di Marx.
Per una genealogia dell’epoca contemporanea” (Mimesis Edizioni).
Fulvio Papi (Trieste, 16 agosto 1930) è un filosofo e scrittore italiano. È direttore delle rivista filosofica “Oltrecorrente” e vicepresidente della Casa della Cultura di Milano.
“La biografia impossibile” è la sua opera che amo maggiormente :
Il libro prende spunto da una riflessione di Musil, ne “L’Uomo senza qualità“, in cui lo scrittore austriaco scrive che “Nella maturità, pochi ricordano come sono di fatto arrivati a se stessi”.
Non è facile ricordare come si è svolta la propria vita, quali svolte ci hanno condotto ad essere quello che siamo.
Così il passato ci appare come una serie di immagini che si illuminano per poco, senza poter dare corpo a una continuità, ad una permanenza.
Attualmente alla Casa della Cultura è in corso “La Libertà” un seminario da lui curato.
Clicca qui per il programma completo.
Link utili:
www.oltrecorrente.it
www.mimesisedizioni.it/Autori/Fulvio-Papi.html
www.casadellacultura.it
Se invece vuoi che trasformi qualcosa di tuo in arte per apparire sul mio sito scrivimi a: info@bananartista.com
Nell’ambito della manifestazione “L’albero della poesia e della filosofia”
organizzata dall’associazione culturale e casa editrice AlboVersorio
da giovedì 23 ottobre 2014 si terrà un gruppo di lettura sulle Elegie duinesi di Rainer Maria Rilke.
Giovedì 30 Ottobre 2014 (Rho, Villa Burba, ore 20.45)
la poetessa e pianista Bianca Brecce (www.biancabrecce.wordpress.com)
esporrà “Sangue e detriti, maschere e marionetta: la III e la IV elegia”
Qui di seguito una serie di miei dipinti dedicati alla conferenza e al poeta:

“Non voglio queste maschere per metà riempite,
meglio la marionetta.”
Clicca qui per visionare il calendario completo dell’evento.



Il pistolero si era perso.
si accese una sigaro e si mise a contemplare l’orizzonte.
nulla di familiare.
mai aveva visto quei cactus e quelle strane conformazioni rocciose,
a picco sulla pianura, brulle e dorate.
pensieri ardenti.
ripensava alla sua vita.
alle sue avventure con donne variopinte come pavoni.
ai suoi duelli.
era giunto al punto X della sua vita.
si stava svuotando.
tastò la pistola.
era senza proiettili, senza forma, senza forze.
la scagliò al suolo, dove un mulinello stava
iniziando a risucchiarla.
tutta la pianura iniziò a vorticare.
un frastuono del diavolo.
s’alzò un polverone.
la sabbia impediva la vista.
tutto era mistero, tutto roteava, tutto cadeva e si contorceva a terra,
i vortici disegnavano strane figure umane piene di punti interrogativi.
non sentiva dolore.
imprecò.