Evasioni Solipsistiche

Sono lieto di presentarvi questo mio nuovo vocal concerto live in diretta da una cima delle Alpi.
Vi sto cantando “Evado da me”, composizione ispirata a fatti reali e che dedico all’attrice e modella Eva Mendes.
Clicca e come me scappa anche tu da te!

La videoarte dei Conceptus

Questa monumentale opera prima dei Conceptus s’intitola “Monumentaler holismus metropolis Abbruchbedingung” ed è un omaggio al capolavoro distopico di Fritz Lang.
Come per la pellicola del regista tedesco anche per questo film d’avanguardia è evidente l’afflato visionario e futuristico dei simbolismi e dei riferimenti all’Occulto.
I Conceptus sono un collettivo che lavora a livello internazionale nell’ambito del cinema sperimentale e che ha nel suo novero artisti quali Halberto Hungela, Namwianga Th Exas, Monumenten Eternitad, Chãrdeul Ihuxsiov, Mollusco Chiacchierato, Circio Gnioing Matongo e tanti altri.

Vi auguro una buona visione.

Ciglia senza volto

ciglia senza volto: collage digitale di (b)ananartista sbuff

fra le
frammentazioni di un mondo che colava acido
stancamente come un mulo di seta ardita e lattiginosa
mi divincolavo nella morsa dei lenzuoli sfilacciati in menopausa fra le macchie di sangue dell’ennesimo litigio.

l’epistassi copiosa del drago mi abbacinò per lunghi istanti
e dai pertugi delle narici potevo osservare
l’andirivieni delle figure magnetiche attaccate al frigorifero
mentre annose domande friggevano a fuoco lento la mia mente.
dove stavo andando?

le mie setole iniziarono a pungere con effimera efferatezza la galassia nera delle tue ciglia senza volto avvolte da un panno madido di sudore:
dov’eri?
inesorabilmente
il soffio vitale delle tue membra
si dilatò su di me.

Tronchi spezzati con poesia

tronchi spezzati con poesia: fotografia di (b)ananartista sbuff

Dopo perenni peregrinazioni mi ritrovai avvolto in un manto stellare
incrinato dalle cancrene.
Sotto alle unghie un pullulare di segmenti senza fine.
Scoccarono le campane. Tremò la terra.
Nessuno si accorse di nulla.
Nessuno percepì la fiamma.
L’incendio divampò ovunque.
Rapidamente.
Il treno deragliò. Tremebondo.
In fondo al fosso, esangue e con le viscere strabuzzate:

Siamo legna da ardere.
Siamo catene.

Mi aggrappai al ramo. Vacillante.
Scorze di limone, profumo di primavera mentre il mondo muore.
E alle mie spalle la luce.

FOSSILE FUTURO (diario di un ritrovamento)

SONO un fossile futuro: autoritratto digitale di (b)ananartista sbuff

Non avevo in mente nient’altro che briciole.
I miei cervelli erano pieni di banchetti.

(In un angolo polveroso sentii la sua voce stridere).

Spazzai via ogni cosa.
Persino la mia pelle finì col staccarsi dalle mie bocche.
Mi cucii addosso nuove verità.
Ero un fossile futuro, levigato come un’arma inerme.
Un soffio sollevò la polvere e respirai i miei stessi vapori.
Mi legai alle gambe della sirena.
Potevo spezzarmi le ossa, ora io potevo essere liquido come la lava
e polverizzare l’universo.
Decisi di schiacciarlo con tutta la mia forza.
La mia testa era ormai lo scheletro di un pappagallo.
Ripetevo a stento le mie parole.
Evaporai.