tu che mi guardi coi tuoi occhi rapiti,
tu che mi rapisci lo sguardo, che metti radici nei miei pensieri,
un fittone lungo ed infernale,
una sgualdrina celeste,
un asse smassato ed illeso,
una pietra ti ho tirato
nel tuo stagno di rifiuto,
le onde stagnanti
rifugiate in una nube
nuda.
Mi piacciono sempre i termini tecnici come “fittone”.
Sembrano quasi stonare con il resto ma poi sono vere e proprie chiavi di volta di tutto il costrutto.
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hai colto il tubero del discorso
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Puoi germinarlo bene!
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ogni uomo è un orto
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E darà i suoi frutti.
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ogni frutto è un microcosmo
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Da addentare con voluttà.
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io rispetto la frutta e non la massacrerei mai
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Per questo ti apprezzo e ti lodo.
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allora sai anche che non respiro per non danneggiare l’aria
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