lievi
sussurrano
immoti guizzi
tremule dissolvenze
parole di parole
subitaneo vibro
nell’invisibile
catrame
riverberi
calore
fragore di cuori
scaglie di sillabe
trame di segreti.
lievi
sussurrano
immoti guizzi
tremule dissolvenze
parole di parole
subitaneo vibro
nell’invisibile
catrame
riverberi
calore
fragore di cuori
scaglie di sillabe
trame di segreti.

Tecnica mista su carta A4 (29×21 cm)
i tuoi tuoni sul mio moto vuoto.

Poesia tratta dal dialogo coloristico:
Subisco moccolo
carogna cool
snif brugo coccola
coccolo gourmandise
mentre purea ti rapisce.
piscio bave
epicuree ad Anatolia.
Valore emozionale dell’opera:
1000 carati

Sghignazza pazzamente alla luna ebbra di letami.
E che sghemba ghiaia m’infesta maledetta bonazza paonazza sulla mia mano!
Sei un pietrone sadico e blandizia
Un cestino di ver’emozioni.

Mi riverso sui torrioni lancinanti
ed apprezzo le avances del dirupo:
la mia vita si lega di continuo ai paradossi
che precipitano dal burrone
incompatibile.
—
Bazzecola

Un’incrinatura della superficie vomita variopinte ferrovie mentre dal sottosuolo s’inabissano sottoinsiemi
Ma questo dubbio mi sta facendo deridere la teoria
E’ buffo come l’intumescente groppa del corallo si abbarbichi alla psiche
(Te l’avevo detto?)
Non ho mai pronunciato il raziocinio mondano,
io che rigurgito spezie nelle vicinanze.

scendere lungo la schiena, percolare nelle voci fragili dei bambini smarriti, lungo i pozzi rivoltati dalla tempesta, fra le secche granaglie ammonticchiate ai bordi dei campi, nel folto degli strepiti di corvi impazziti. Brividi rivoltanti, addossati alle dolci cascate del nulla, tra le abbazie scolorite dalle intemperie e nel tuorlo di uomini senza testa.
I miei brividi volano come farfalle variopinte nel vento delle steppe.

L’artista ti guarda,
vuole farti un ritratto,
non ti ritrarre,
lascialo avanzare coi suoi occhi magnetici
fino alla cima del tuo essere
dove scorgerà la stella che non sapevi di avere.

tu che mi guardi coi tuoi occhi rapiti,
tu che mi rapisci lo sguardo, che metti radici nei miei pensieri,
un fittone lungo ed infernale,
una sgualdrina celeste,
un asse smassato ed illeso,
una pietra ti ho tirato
nel tuo stagno di rifiuto,
le onde stagnanti
rifugiate in una nube
nuda.

Un fantasma si aggira in me.

La mia perversa devozione al sommo poeta nato a Milano nel 1932.
Barlumi.
(Ed ombrelli).

“Caron dimonio, con occhi di bragia
loro accennando, tutte le raccoglie;
batte col remo qualunque s’adagia.
Come d’autunno si levan le foglie
l’una appresso de l’altra, fin che ‘l ramo
vede a la terra tutte le sue spoglie,
similemente il mal seme d’Adamo
gittansi di quel lito ad una ad una,
per cenni come augel per suo richiamo.”
Dante Alighieri

Ettore.
Canicola antartica.
Antiche menti. Sospiri.
Raggiri.
E poi ancora raggiri.
Raggirissimi.
Girini girano girandole scomposte dell’unzione, dell’uncino, dell’undici indicibile.
Ho come una sensazione.
Sensazionalismo.
Civetteria della stampa corrotta.
Cerchioni sotto i mari.
Ora ho tempo di decidere.
Pondero.
Cum grano salis.

Una montagnetta si staglia come una piramide di vuoto.
Divoro la mia vetta invertita.
Come godo.
Non so più di saperlo.
Assaporo l’istante.
Che chiasso.
Il rumore si frange in me come una cometa d’autunno.
Foglie rotte.
Magmi di una vita che fugge.
Ma non mi scotto.
—
Clicca qui per sopportarmi.

La zampogna suona la luna.
Il cerbiatto scava la saetta.
Il nevischio arrugginisce le biglie.
La zuppa si raffredda.

Con la curiosità e la fantasia il mondo diventa fiaba,

Il crepuscolo si nutre della macchia che si espande sconfinando ogni volta di più. Ha oltrepassato ogni limite, oggi ha strabordato di nuovo estroflettendosi nelle nostre menti attonite.
Il vaso rovescia ancora le sue fiamme infernali su noi terre arate dai venti impetuosi della steppa.

In alto nel cielo grrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr
rrrrrigio,
si protendono con i loro ciuffi belli,
simili alle creste dei punk d’Asia,
questi miracoli respiranti,
questi gioielli grossi come bocche di fuoco brutto

Ci sono laghi che generano numi.
Si perdono fra sonde ch’emettono singolari (singolarità).
(sponde)
Nella quintessenziale quiete di un masso laser.
—
(con espliciti riferimenti a questo video)