Sono il tenebroso rigagnolo del nulla e m’insinuo nelle crepe bacate di muraglie spettrali.
Sono il mantello del Caos in espansione su strade e autostrade.
Nella quiete.
Tag: poeta
Ciglia senza volto
fra le
frammentazioni di un mondo che colava acido
stancamente come un mulo di seta ardita e lattiginosa
mi divincolavo nella morsa dei lenzuoli sfilacciati in menopausa fra le macchie di sangue dell’ennesimo litigio.
l’epistassi copiosa del drago mi abbacinò per lunghi istanti
e dai pertugi delle narici potevo osservare
l’andirivieni delle figure magnetiche attaccate al frigorifero
mentre annose domande friggevano a fuoco lento la mia mente.
dove stavo andando?
le mie setole iniziarono a pungere con effimera efferatezza la galassia nera delle tue ciglia senza volto avvolte da un panno madido di sudore:
dov’eri?
inesorabilmente
il soffio vitale delle tue membra
si dilatò su di me.
Trovo stelle cadute
nelle crepe.
Tronchi spezzati con poesia
Dopo perenni peregrinazioni mi ritrovai avvolto in un manto stellare
incrinato dalle cancrene.
Sotto alle unghie un pullulare di segmenti senza fine.
Scoccarono le campane. Tremò la terra.
Nessuno si accorse di nulla.
Nessuno percepì la fiamma.
L’incendio divampò ovunque.
Rapidamente.
Il treno deragliò. Tremebondo.
In fondo al fosso, esangue e con le viscere strabuzzate:
—
Siamo legna da ardere.
Siamo catene.
—
Mi aggrappai al ramo. Vacillante.
Scorze di limone, profumo di primavera mentre il mondo muore.
E alle mie spalle la luce.
Pandemonio totale
La consunta forma del mare
come la lingua biforcuta del serpente
sibila ingiurie
alle stelle.
Madreperlàcea
i cavernosi fuochi fatui
risuonano come civette
nelle brughiere
in fermentazione
Gatto in fuga
Un’ombra fuggevole e felina
come un minerale fuso dal calore della luna
s’inabissa
nei catrami
di auto bruciate
oltre il recinto
Rupe prometeica
Dal mio giaciglio di stellemi protendo a ritroso nel temposulla succursale amorosache sbatte sul grasso blu atroce cielo
Aloni endoplasmatici lenticolari
Laceranti lacerti in coacervi scevri e vergini vertigini intingimi
Le menzogne della notte
Il mio omaggio a Gesualdo Bufalino.
Jutting Limbs #02
Il cielo contorto sfiora
le palpebre chiuse dei rami
che presto saranno gemme.
INTROSPECTION #02
Dopo secoli di attesa infine mi apparve.
Era la greve goccia d’insperata libidine conficcata nel ghiaccio secco del mio cuore.
Tramonto esplosivo
Lontano
dalle tempeste
rimiro
le lontananze
assopite fra
le mie ali.
Aurora
Un grumo di angeli
grava sull’
impalpabile
serotina
stella del mattino.
Bisogna ardere di quiete
Ricerco l’assenza
Il bagliore è una vasca vuota.
Calpesteresti la luce?
Plumbeus Osanna #02 (der Kuss)
i piedi invasati tremano sul crinale:
in un covo di nubi arse
c’è come un ticchettio di nomi notturni
che sa di bacio.
Tempesta interiore fuori dalla finestra
Dentro di me fuori dalla finestra
venti impetuosi imperversano quieti
dall’alba al tramonto nel buio umido della luce artificiale
brillano invisibili occhi di ciclone.
Mi Autocreo
In questa composizione cinematografica ho voluto esprimere tutta la beatitudine dell’essere.
Inoltre sono fiero di annunciare che, seguendo l’esempio di Tom Cruise, non ho usato stuntman ed anche le scene più spericolate sono recitate esclusivamente da me.
Con la mia nota dedizione maniacale al lavoro, forgio me stesso a suon di personaggi eroici e indomiti.
Ti bea?
Simulacra and (organic) Simulation
Vi annuncio che il vincitore di oggi è Un Artista Minimalista che ha saputo descrivere dettagliatamente la mia immagine di oggi con questo lungimirante commento:
La mia didascalia è:
chiamata macchine, lungo adesivo istintivo polvere brontolone; rotaia veritiero improvvisato
vivace
Aperto