C’è bisogno di aggiungere altro?
Tag: poesia
Le mie lacrime si condensano nella baia della morte

Ho sceso i milleduecentocinquantatre gradini della perdizione ma non mi sono perso.
I fili d’erba potrebbero strozzarmi e potrei annegare in una pozzanghera alta tre millimetri.
Ma non mi sporgo dal pudore di essere nudo di fronte all’eternità.
Ho tessuto fili spinati sui raggi biechi di una stella perforata da un maniaco sessuale.
Avrei potuto imbrattarmi e invece ho imbottito di piume la pece.
Ho contato le particelle contenute in un grammo di sabbia volavano come catrame nel cielo aperto.
Quale parola scegli?

Con malizia
pigia-pigia
insipido ciuco
romantico e balordo
una botte
zampino
o pelate?
Valuta attentamente ed esprimi la tua preferenza.
Dans le miroir de l’éternité #03

tempêtes de minéraux ne tombent pas sur ces têtes de bois.
il y n’a pas âme en ces haillons jetés au sol.
pousses de mort font jour dans les boîtes.
Logogrifo Gaia

Era pomeriggio. Nel frastuono del traffico. Goffo traffico lunare.
Era un sogno disseccato nel palmo della mano.
—
La roccia (la rocca) si rapprese.
L’umidità saliva.
Aspramente.
Gateway

Quella linea non mi condusse da nessuna parte.
Cercai invano uno spiffero, un diversivo.
Vagai senza meta su un terreno arato dalla solitudine
riversando tutte le mie parole nei canali di scolo.
C’era un sole plumbeo, gravava sulle mie ossa.
Chiesi la via, il numero civico, la costellazione.
M’indicarono un portale anonimo,
caduto nella discesa.
Attonito contemplo l’essere

Dai fondali solca il cielo un pullulare di
Un confronto impietoso

Un paragone che non lascia scampo.
Chi vince?
Sfera delle mie brame

La nera pece s’innerva nella clavicola nuda
e riarsa.
Labbra lacerate
sputano insetti.
Spuntano sessi
slombati.
Tracimano
tetri
crani e
crateri.
Surf yourself (horrible selfie #02)

And remember:
01- di portare sempre un calzino (o due o cinque) a mo’ di cravatta
02- di giocare a pallanuoto col tuo ubiquo biberon facciale
03- l’ape nasale (essenziale per sniffare le essenze)
04- il termometro a mercurio 🌡 per monitorare il tuo fuoco interiore 🔥
007- di santificare le feste
Solo così potrai seguire ed acciuffare la retta via.
Trono ultraterreno

viscere e comunicati celesti
nel grande nero nulla.
Giacimenti interiori

mettersi in cammino.
non importa se il sentiero é intralciato dalle sterpaglie.
(mai frenare i flussi).
in modo medianico percorrere tutte le burrasche fino allo scrigno
dorato – e – sublime.
(rococó)
Homo homini deus

Rosso ed eccitato supero il limite dell’ascoltabilitá.
La decontestualizzazione dell’ignoto

Una massa fluida e mucillaginosa stava invadendo ogni spiazzo.
Una cascata di muco umano si rapprendeva ad ogni ansito.
Eburnei spenti raggi si spegnevano in tetri remoti soliloqui.
L’immoto guscio della vita sibilava nell’eterno grido di un gufo.
Sono incline al silenzio

con forti lacci
l’oscurità
mi abbraccia.
immobile
percorro
a passi lenti
le polveri
esplosive.
Poemetto zoppicante

e non disdegno derive latine!
Ho finemente cesellato l’alabastro del cielo

ma ignoro di aver scoperto un nuovo continente.
Teofilo e filantropo

sono uno studente dell’aldiqua e m’immergo nel torrente di fuoco.
in unità psico-fisica partecipo all’essere e sul terreno della realtà, olimpico, sovrumano e senza crucci pongo l’infinito nel finito.
dov’è la tua antitesi?
Seduzione Sepolcrale
La mia nuova canzone parla di come sedurre la Morte.
Ecco il testo:
Le mie parole
si sciolgono al sole
diventano fango
si perdono in alto
e come carriole, nella libagione,
ed era d’ottone non son certo stanco
ti rivolgi a me con fare astrale
mi baci e aspiri tutto il mio succo vitale
provi col laser e scateni il tuo istinto animale
trascendentale
come una bestia il tuo corpo mi assale
e cerchi nello sguardo mio il mare, che male!
Resta qui vicino a me e portami a ballare, non dimenticare
siamo la piramide che non può crollare, istinto sepolcrale
Apro il sacro sepolcro della mia vita
e con gesto magnanimo spargo le mie ceneri
sui dorsi nudi della galassia.
Sovrapposizione di piani inclinati

verso ignote sfere
scivolano
le mie ombre.