
Nella mia astronave raggiungo il punto più alto dell’universo.
Poi scavo ancora e ledo la soffice superficie di questo sogno che è una bolla gigantesca pronta a scoppiare.

Nella mia astronave raggiungo il punto più alto dell’universo.
Poi scavo ancora e ledo la soffice superficie di questo sogno che è una bolla gigantesca pronta a scoppiare.
E tutta un’altra serie di rimunginate tiritere che scompaiono.
Scomparire non è mai stato così facile.
Sarò la vostra eterna cornacchia.
–
(Alcune riprese, girate in un luogo segreto, sono di: attieffimeri.wordpress.com)

Maldestri macachi immuni su Tiktok

Ricordo
le escort
(di lei)

Scegli
l’uomo
senza mutande.

Ettore.
Canicola antartica.
Antiche menti. Sospiri.
Raggiri.
E poi ancora raggiri.
Raggirissimi.
Girini girano girandole scomposte dell’unzione, dell’uncino, dell’undici indicibile.
Ho come una sensazione.
Sensazionalismo.
Civetteria della stampa corrotta.
Cerchioni sotto i mari.
Ora ho tempo di decidere.
Pondero.
Cum grano salis.

Una montagnetta si staglia come una piramide di vuoto.
Divoro la mia vetta invertita.
Come godo.
Non so più di saperlo.
Assaporo l’istante.
Che chiasso.
Il rumore si frange in me come una cometa d’autunno.
Foglie rotte.
Magmi di una vita che fugge.
Ma non mi scotto.
—
Clicca qui per sopportarmi.

La zampogna suona la luna.
Il cerbiatto scava la saetta.
Il nevischio arrugginisce le biglie.
La zuppa si raffredda.

Con la curiosità e la fantasia il mondo diventa fiaba,

Il crepuscolo si nutre della macchia che si espande sconfinando ogni volta di più. Ha oltrepassato ogni limite, oggi ha strabordato di nuovo estroflettendosi nelle nostre menti attonite.
Il vaso rovescia ancora le sue fiamme infernali su noi terre arate dai venti impetuosi della steppa.
Al primo incontro ci siamo subito piaciuti ed è scattato il classico colpo di fulmine.
Cara chiocciolina, ti dedico questo video e queste dolci parole:
“Anima mia
chiudi gli occhi
piano piano
e come s’affonda nell’acqua
immergiti nel sonno
nuda e vestita di bianco
il più bello dei sogni
ti accoglierà
anima mia
chiudi gli occhi
piano piano
abbandonati come nell’arco delle mie braccia
nel tuo sonno non dimenticarmi
chiudi gli occhi pian piano
i tuoi occhi marroni
dove brucia una fiamma verde
anima mia.”
NAZIM HIKMET, Anima mia, 1948.
(disponibile anche su tiktok: www.tiktok.com/@bananartista)

delirio onnipotente,
tremula fiammella.
primula.
fiala che si riversa in me, nel riverbero del gatto

Non sapevo di, aver potuto toccarlo, quel sogno, quel pensiero-ombra, andai, vidi, vissi, nella mia,
che giorno era? — che era era? orario
indefinito,
colori spenti, ed ancora per
noi coloravamo i muri,
forchette tra,
prominenti
.Tra tram,

In alto nel cielo grrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr
rrrrrigio,
si protendono con i loro ciuffi belli,
simili alle creste dei punk d’Asia,
questi miracoli respiranti,
questi gioielli grossi come bocche di fuoco brutto

Ci sono laghi che generano numi.
Si perdono fra sonde ch’emettono singolari (singolarità).
(sponde)
Nella quintessenziale quiete di un masso laser.
—
(con espliciti riferimenti a questo video)
![]()
un giallo apeiron
si spalanca ai miei occhi
mai sazi di beltà
![]()
Discendere e posarsi nella profondissima quiete
Questa rigorosa videoinstallazione dei Conceptus si basa sulla sequenza genetica di un coniglio selvatico europeo (Oryctolagus cuniculus).
La poesia elettronica e il cinema d’avanguardia si fondono in un unicum dal forte potere evocativo.
L’eternità è raggiunta attraverso la duplicazione frattale delle eliche emozionali.
I conceptus sono: Halberto Hungela, Mollusco Chiacchierato, (b)ananartista SBUFFUF, Bambuta Bolivion, Namwianga Th Exas, Monumenten Eternitad, Chdixo, Circio e innumerevoli altri.
—-
E per ulteriori scossoni viscerali clicca qui

navigavo nelle acque rotte.
perduta la rotta.
ero un rottame, un amen.
ero un rigo mai scritto per sempre.
ero nebbia ed oscurità.
prima del grande salto.

Sono il tenebroso rigagnolo del nulla e m’insinuo nelle crepe bacate di muraglie spettrali.
Sono il mantello del Caos in espansione su strade e autostrade.
Nella quiete.