
RILUCONO MELME



il fermento dei vermi corrode le carni del gigante che è arcobaleno e macello.
noi siamo qui al buio dei nostri pensieri, attoniti come gerani, assopiti su un nucleo ardente di giada.
la flebile voce delle arterie pulsa nella mente del netturbino.
appeso a un sogno, strozzato alla rovescia, misuro le costellazioni.
il luccichìo di un’onda fa appena in tempo a trafiggermi
mentre con gli occhi nelle mani farfuglio la mia ultima verità.

Sono indiano Apache, nel labirinto del mostro sacro

Sono il tenebroso rigagnolo del nulla e m’insinuo nelle crepe bacate di muraglie spettrali.
Sono il mantello del Caos in espansione su strade e autostrade.
Nella quiete.

“Tutta la varietà, tutta la delizia, tutta la bellezza della vita è composta d’ombra e di luce”
(Lev Tolstoj)

La natura rigogliosa esplode nell’attraversamento.
L’intimità della linfa circonda tutte le tue fibre vegetali alla deriva.
Vorrei essere del tuo passo lieve ombra senza peso e senza luce.




Gianni Rodari è SCOMPARSO.
E’ stato avvistato l’ultima volta nella necropoli rupestre dell’Eremo Tigros.
Mi duole dirlo ma è così.
Abbiamo visitato il bugigattolo, l’interlocutore e la sua mente presso il sito magnetico dei limoni.
Nulla da fare. Nessuna traccia. Sul lago d’Orta ogni spiffero è stato chiuso, ogni mirtillo è stato colto (in fragrante). L’antico torrione divelto. Nessuna traccia. Nessuna ombra, nessuna tomba.
Per ulteriori informazioni potete telefornarmi.
Vi ribadirò che da queste parti l’unica cosa ch’eternamente ricorre è lo strip di Nietzsche, null’altro che il suo filosofico e ridicolo spogliarello.
Di Gianni Rodari invece neanche l’ombra. Non che ci siano poche ombre in questi luoghi baciati dal sole.
Da queste parti infatti ogni singolo oggetto ostacola il regolare flusso della luce solare creando odiose e antiestetiche zone buie.
Chissà se in questo caos la prodigiosa vista d’Epifanio di Dio farà il miracolo o se invece sarà Nives Meroi ad avvistarlo, magari sulle Alpi Carniche, lontano da occhi discreti.