
Neutro totale.
Totalità imparziale.
Un ramo resinoso di pino.
Neutro totale.
Totalità imparziale.
Un ramo resinoso di pino.
I torciglioni della mente quantica sconquassano le budella infuocate dai tizzoni dell’avvenire.
La bruma e le zigrinature si avvolgono in un fascio di luci parallele che devastano l’atomo di carbonio.
Un pesante silenzio gravava
gli ĄVØ costituiscono un tesseratto magicko di esperienze illusorie, matematica per irrazionale e sacra devozione all’arte
iperirrazionale.
Il loro impegno è interamente integro e frazionato in un Unicum universalis senza tempo
il loro mantra, nel sempre che li riempie di sostanze,
è:
la penombra del torchio sembra esasperante e asprigna, eppure l’habitus avico predispone, mitiga, cicatrizza.
[Così fila benone]
e la sfumatura è bella
il macigno –
Allegrona è la loro natura
allergéna l’innatura che li inplasma
trincea atavica, DIVENIENTE
— demistificazione —
ed il passerotto cinguetta
— simplettico —
noi arcoba-linee sull’abisso
noi cavalli acrobati!
noi trafori assoluti!
agitate, gocciolanti schegge B L U cobalto.
[credo che l’assemblìo sia una magna summa]
Lasciate grandinare e annebbiare il delizioso nettare degli ĄVØ:
Esso vi asseterà di eterne Oasi perdutamente complete di ogni incantevolmente MIRACOLOSA perfezione.
Pippe.
gli ĄVØ sono:
Lio Drocas, Lau Dresatè, (b)ananartista orgasmello sbuffuff, Mel Tarfuch, Circio Gnioing Matongo, Claire Demaille, Natasha Tornelli
Le quattro cause aristoteliche.
Un cielo misconosciuto mi deplora.
Deploro un muro conosciuto, ignorato.
Atomo misconosciuto, micio nociuto, taciuto, cocciuto.
Misconobbe.
Voi misconoscereste?
“Nei variopinti disegni dei fiori, come in segrete scritte a geroglifico, l’immutabile vive, e i fiori sono simili a orioli, ove sia sempre da leggersi l’ora giusta.”
(Ernst Jünger)
Un attimo inclassificabile scaturito da un pensiero inclassificabile scaturito da un cervello inclassificabile.
Inclassificabile è la strada che percorro e che mi conduce nel plasma di un addio.
Inclassificabile
Eczema che mi zooma con classe la Romania sull’epiglottide,
e poi ho visto Manzoni sulle scale, addormentato sulla mandibola (bolla, Colla, collare, collirio, ginocchiera)
no, non avevo detto di continuare a sinistra dove il tetro rivo s’adunca come una foglia di ciliegio,
cilicio,
— che fustiga,
————- le fauci di alfa centauri al centro del mio universo, ipofisi.
E che le ginocchia ti siano da monito:
il perentorio flusso dell’inquisizione spagnola non giungerà a compimento
se con le labbra continui a disegnare le stelle.
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Raccoglicavi Spiralato, Spirale Avvolgicavo
“La speranza è quella cosa piumata
che si posa sull’anima
canta melodie senza parole
e non smette mai.”
(Emily Dickinson)
Se mi indossi esisto:
Piuma Ciondolo, Collana con Pendente
Il maschio fantasma al contatto della realtà mi seduce.
“Io mi amo”.
Ho fatto due sogni nella stessa notte.
C’è troppo io in me.
—
Liberamente tratto da:
Sesso, soldi e sentimenti. Perché l’amore e la felicità non si comprano
Come ogni primavera, ma non si sa mai, è sbocciato nell’aere di queste sere pre-autunnali.
Non potete assolutamente immaginare l’aroma d’incenso di lavanda che effonde.
Ed anche i colori così intensi e brillanti sono inimmaginabili tanto è vero che nessuno di voi riesce nemmeno a fantasticarli.
Ma in questo oceano di impossibilità sguazzano le nostre teste.
Articolo e susine sponsorizzati da:
Le ricette della nonna
scendere lungo la schiena, percolare nelle voci fragili dei bambini smarriti, lungo i pozzi rivoltati dalla tempesta, fra le secche granaglie ammonticchiate ai bordi dei campi, nel folto degli strepiti di corvi impazziti. Brividi rivoltanti, addossati alle dolci cascate del nulla, tra le abbazie scolorite dalle intemperie e nel tuorlo di uomini senza testa.
I miei brividi volano come farfalle variopinte nel vento delle steppe.
Non ho mai visto una fotografia così ostinatamente silenziosa, così chiusa in sè, così totalmente incomunicante.
Mi chiedo come mai si sia fatta scattare.
FALSO.
Matrioska матрёшка,
noi, archivio 1:1 fuori tema.
Sperimentale, elettrotecnico.
Succhi assetanti, assestanti, a sè stanti,
assentanti, statici, stentanti, stentati e sdentati
[che la lingua uggiolante s’attorciglia tra le esse, le ti e le enne. E.]
(Una lingua gastrica, licantropa e succosa: una vera zacchera lapposa!)
Regista non protagonista: (b)ananartista Orgasmello Sbuff Likovski
Attrice consapevole: Anna Utopia Giordano
—
Canovaccio:
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“Se ami una persona, lasciala andare, perché se ritorna, è sempre stata tua. E se non ritorna, non lo è mai stata.”
Khalil Gibran
E’ necessario constatare l’assenza di soggetto.
E da questo punto zero diramare il discorso che non può essere detto.
Assenza di soggetto totale.
Questa sarà la nostra liturgia dell’errore.
Si tratta dell’inevitabile conseguenza:
ampliare l’irraggiungibilità di ogni immagine
inconcludentemente.