
Questa è la mia lussuosa villa a Palo Alto, California.
Luminosa, con vista mare e dotata di qualsiasi confort.
Soprattutto adoro passare i pomeriggi nell’ampia vasca idromassaggio con un bel libro e gli usignuoli che cinguettano.

Questa è la mia lussuosa villa a Palo Alto, California.
Luminosa, con vista mare e dotata di qualsiasi confort.
Soprattutto adoro passare i pomeriggi nell’ampia vasca idromassaggio con un bel libro e gli usignuoli che cinguettano.

Ho estratto questo distratto coacervo di polpette fisiche dentro al tuo seno giapponese.
(Un germoglio).
In te ho trovato la quintessenza dello sguardo.
(La vita).

Il caldo abbraccio delle stringhe imperscrutabili si catarifrange in un granello di polvere di lago.

Non ho mai visto una fotografia così ostinatamente silenziosa, così chiusa in sè, così totalmente incomunicante.
Mi chiedo come mai si sia fatta scattare.

il fermento dei vermi corrode le carni del gigante che è arcobaleno e macello.
noi siamo qui al buio dei nostri pensieri, attoniti come gerani, assopiti su un nucleo ardente di giada.
la flebile voce delle arterie pulsa nella mente del netturbino.
appeso a un sogno, strozzato alla rovescia, misuro le costellazioni.
il luccichìo di un’onda fa appena in tempo a trafiggermi
mentre con gli occhi nelle mani farfuglio la mia ultima verità.

Ecco la mia opera più corrosiva.
Questo succo gastrico fattosi arte lacererà ogni tuo velo di maya e penetrerà indenne nei meandri psichici scombussolando il tuo ipotalamo.
Il potere dell’oblio purgherà ogni delirio di onniscienza per regalarti eterni attimi di ubiquità.
Questo patrimonio dell’umanità da me concepito durante il lockdown ha trovato la sua sede espositiva presso la pagina facebook di Quintocortile viale bligny 42 Milano

Continua il mio spericolato viaggio in Amazzonia.
Oggi sono in Colombia ed ho incontrato un gruppo di indios Wayuu.
Mi hanno accolto con una danza tradizionale per onorare gli ospiti che si chiama Yonna e mi hanno offerto il Friche un piatto a base di capra.
Squisito.
Poi nel fitto della foresta mi sono inerpicato alla fonte del sacro Giaguaro Tezcatlipoca accompagnato da questa ragazza dal peculiare carattere ventoso che continuava a sparire nella vegetazione trasfigurandosi in sempre diverse floreali forme.
—
Era forse uno spiritello? >>> Sheva Ezbel

“Accetta ciò che la vita ti offre e sforzati di bere dalle coppe che ti vengono presentate. Si devono assaporare tutti i vini: di alcuni, solo qualche sorso; di altri, l’intera bottiglia.”

Ma tu non c’eri.

Sui rivoli della fronte la verità.
Martina andò a Catania.
Incontrò la fortuna camminando lunghe ore sulla spiaggia.
Dopo qualche giorno arrivò suo marito col quale litigò,
avevano due visioni differenti.
Nessuno si tirò indietro.
Nessuno ascoltò.
S’inabissarono nei pensieri.
Si prese una pausa.
Visitò la gioia.

FALSO.
Matrioska матрёшка,
noi, archivio 1:1 fuori tema.

Sperimentale, elettrotecnico.

Succhi assetanti, assestanti, a sè stanti,

assentanti, statici, stentanti, stentati e sdentati
[che la lingua uggiolante s’attorciglia tra le esse, le ti e le enne. E.]
(Una lingua gastrica, licantropa e succosa: una vera zacchera lapposa!)
Regista non protagonista: (b)ananartista Orgasmello Sbuff Likovski
Attrice consapevole: Anna Utopia Giordano
—
Canovaccio:
https://www.instagram.com/p/CCGxIEaHeCt/?utm_source=ig_web_copy_link

Era notte quel giorno.
Sapeva di avere poco tempo. Il tempo gli era stato rubato, proprio quando Ysingrinus e Gintoki [INSERISCI COLLEGAMENTI SE VUOI] avevano deciso di emendare chi avevano emendato.
Non l’avrebbe potuto risolvere in nessun’altra maniera.
Doveva emendarli!
Ganascino d’oro era riverso a terra, granitificato, doveva essere passato quel diavolo d’un Ysingrinus e nessuno, a parte alcune cariatidi erano più passate di lì perché… perché… perché sì!
(simulacro-simulacro-simulacro)
Con un salutare lavacro Ganascino ritorno in sé, le sue mandibole scattavano irose e bramose di bramosia irosa. (b)ananartista SBUFF SBUFF era un poeta e quindi sapeva come andavano queste cose, doveva solo far comparire dei crediti d’oro virtuali con la forza della sua magia ed il tag che Chrome aveva lanciato sui due tristanzuoli si sarebbe attivato in un crack.
***
CROC
***
La filanda era depressa come al solito, le uova di uranio nascoste negli alberi alveare di Vecchia Caledonia rifraggevano con un mistico pulsare lo-tek. Ganascino non era più un essere vivente e senziente, non dopo quel blet-blet della pistola al granito, almeno, ma poteva ancora sfruttare il suo monocolo rosso, quello usato da Gubareo come deterrente atomico.
Era questioni di notti, che erano giorni quei giorni in cui i giorni erano notti e le notti erano notti, e i salutari radioisotopi avrebbero completato il loro compito.
(digrignando le sexy scapoline)
Il sindacato stava facendo pressione. Aveva poco tempo. Cazzo se il tempo era poco.
Ma se lui aveva poco tempo, i due issimi ne avevano davvero molto meno. Sentiva il bronzo che ormai fumava, ogni passo facevano loro lui ne faceva uno in più, il suo n+1 avrebbe avuto la meglio sulla loro curva asintotica discendente cosecante… ancora pochi passi, ancora pochi…
ancora uno…
GNEEE!
(Romanzo liberamente scritto da Ysingrinus e pittura liberamente tatuata concentricamente su questo articolo concentrico (https://yziblog.wordpress.com/2020/06/27/la-notte-che-emendammo-chrome ….

L’artista ti guarda,
vuole farti un ritratto,
non ti ritrarre,
lascialo avanzare coi suoi occhi magnetici
fino alla cima del tuo essere
dove scorgerà la stella che non sapevi di avere.

появление относится недели физике административного захватывают населённых
(cara bambolina russa)

La mia impersonale anti-visione del mondo.

“The best years of your life are the ones in which you decide your problems are your own. You do not blame them on your mother, the ecology, or the president. You realize that you control your own destiny.”
Albert Ellis

Dopo lunghi mesi di vagheggiante attesa, mesi di penoso distacco e di tediosa raggelante attesa, finalmente mi sono ricongiuto con la mia cara e affettuosa tavoletta grafica.
Tremando e fremente ho impugnato con gioia il pennino saggiandone con ardore l’asta rigida ma vellutata e quella sua punta minuta e quasi scherzosa che ha costellato di desideri le mie notti inquiete.
Non ho più potuto attendere: a capofitto mi sono immerso nelle sue superfici dimentico di ogni cosa mortale e scivolando in una lubrica danza abbiamo generato questo giovane virgulto d’arte, passione e voluttà.

tu che mi guardi coi tuoi occhi rapiti,
tu che mi rapisci lo sguardo, che metti radici nei miei pensieri,
un fittone lungo ed infernale,
una sgualdrina celeste,
un asse smassato ed illeso,
una pietra ti ho tirato
nel tuo stagno di rifiuto,
le onde stagnanti
rifugiate in una nube
nuda.

pezzi di nulla si accartocciano in me.
sono uno scivolo fatato in cerca di emozioni.
il mio polso è una navicella spaziale.
frammenti di essere svuotano la mia pace.